8 ott 2012

NON STANNO CAPITI

Non c'è democrazia senza esercizio della sovranità e la sovranità appartiene al popolo. Non stanno capiti diceva un mio amico con scarsa dimestichezza per la grammatica italiana ma che sicuramente esprimeva con queste parole un preciso e drammatico concetto. E io le riprendo perchè, trascorsa ormai la pausa estiva e ripreso il dibattito politico, dopo tante parole dette e ridette, tanti dibattiti, tante cose urlate e scritte mi accorgo costernato che nulla, e dico nulla nel senso più letterale del termine è cambiato. No, sembra proprio che "Non stanno capiti".


La gente, noi, i cittadini, gli elettori, chiediamo poche cose: . il lavoro, il lavoro, il lavoro, per i giovani, le donne, i cassaintegrati, gli esodati, i precari a vita, i licenziati, ecc.....,  . giuste pensioni e retribuzioni (allineate con gli altri paesi europei) e più umane condizioni di lavoro (contratti di lavoro a tempo indeterminato, via il precariato e la flessibilità selvaggia), una equa redistribuzione delle risorse nazionali (via i privilegi, le caste, i superstipendi, i vitalizi, le rendite di posizione, i doppi e tripli incarichi), una tassazione progressiva e proporzionata ai reali guadagni (basta con l'evasione diffusa, le furbizie, i privilegi),  un welfare efficace ed efficiente.

Ma sopratutto basta con le promesse a vuoto, le illusioni, i discorsi, le "prossime" iniziative, le previsioni di un futuro migliore. E' giunto il momento (oramai da lungo tempo) che il governo intraprenda  azioni concrete, iniziative immediate, rapide, tempestive. Basta temporeggiare e prendere tempo.

La misura e colma e gli italiani sono sul piede di guerra, sono pronti ad attuare iniziative di protesta forti ed inequivocabili e sono convinto che le prossime elezioni riserveranno per la classe dirigente non poche sorprese. Gli studenti e gli operai si sono già mossi, in tutte le principali città, e ricordiamoci che sono sempre i primi a manifestare e che ad essi seguono in breve tempo tutte le altre categorie.

La realtà è che non ne possiamo più, vogliamo cambiare " musica", e questa volta vogliamo suonare noi. Basta con i direttori d'orchestra, è ora che la nostra società faccia un passo avanti, è ora di passare ad una democrazia diretta e partecipativa ovvero semplicemente ad un sistema democratico che tenda costantemente a ridurre al minimo e a superare gli ostacoli per l’esercizio sempre più esteso della sovranità da parte di ogni singolo cittadino; migliorando gli strumenti, i livelli di consapevolezza, e in generale le condizioni che ne permettono l' applicazione.

Gli antichi greci, inventori della moderna democrazia, avevano  una istituzione giuridica denominata "ostracismo" volta a punire con un esilio temporaneo di 10 anni coloro che, nell'azione di governo,rappresentassero un pericolo per la loro società. Non è forse il caso di provare a ripristinare questo antico istituto?

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