26 set 2012

CLEPTOCRAZIA

Termine derivato da kleptein, in greco “rubare”, e kratos, in greco “potere”, che significa letteralmente “governo dei ladri”. Indica, all’interno di un sistema di governo democratico, come la gestione del potere sia soltanto uno strumento di rendita personale esercitata tramite corruzione e lobbies che difendono esclusivamente i propri interessi. A proposito fatemi ricordare:
Premier: Bunga-bunga, festini di Arcore, leggi ad personam, le olgettine..... Parlamento: illecito finanziamento pubblico dei partiti, tangenti, cocaina .....Regioni: corruzione, privato uso di utilizzo denaro pubblico, scandali, ruberie ..... Comuni, nepotismo, familismo amorale, irregolari nomine dirigenti unicipalizzate....
    insomma una marea montante di sostanze escrementizie che sommerge la politica nazionale e di riflesso tutti gli italiani. 

    Ma non basta, un'ombra sinistra proveniente specialmente dagli altri paesi europei sta ricoprendo il nostro paese e i suoi abitanti: ma riuscite ad immaginare un comandante di marina britannica o tedesca che compia una sconsiderata manovra come quella fatta dal comandante Schettino davanti  all'isola del Giglio con conseguente fuga e abbandono di nave e passeggeri? Impensabile.
    Insomma l'Italia è una Cleptocrazia (e cioè “potere dei ladri”) fondata sul furto e, disfatti dalle ruberie di una classe politica in disfacimento, situati ormai in un sistema a corruzione globale, ci ritroviamo definitivamente in uno stato di emergenza morale.

    La fine dell'impero? Si, non è possibile andare oltre e, pensando alla fine di Pompei, auguriamoci che la lava del Vesuvio arrivi presto. Anche perchè davvero questo Governo, questo Parlamento, questa classe politica e dirigente del Belpaese è in grado di tagliare il ramo su cui si regge? Il sistema politico e dunque il sistema dei partiti così come sono può davvero, è in grado di riportare al centro dell’azione di governo la questione etica divenuta ormai questione civile? In altri termini il problema è: il “sistema” è in grado di riformare sé stesso?

    La terza repubblica si profila in  un vicino futuro e credo che, in un sussulto di consapevolezza, tralasciando il clima di quiescenza che semba pervaderci, troveremo il modo di risollevarci, ma ad una condizione: la sua rifondazione  dovrà essere condotta dagli operai, dai giovani, da tutti quelli che di tasca loro stanno pagando la crisi, insomma da tutti i cittadini, evitando accuratamente politici e politicanti da rapina.    

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