2 giu 2012

IL PITTORE CHE DIPINGEVA IL SILENZIO

Non sono un assiduo frequentatore di gallerie d'arte o siti omonimi però ogni qualvolta mi capita di ammirare un'opera di Edward Hopper rimango rapito dal suo realismo metafisico e dalla forte sensazione di inquietudine che comunica.

Nelle sue rappresentazioni prevale una luce fredda, tagliente, quasi artificiale, unita ad una drammatica sensazione di estraneità e di incomunicabilità. Predilige gli ambienti urbani o rurali di un'America secondaria, di provincia, dove rare sono le figure umane, immerse in una dolorosa solitudine. Presenza costante e prorompente in ogni composizione hopperiana è un fascio di luce diretta sulla scena, che inonda letti disfatti, tavolini di bar, tetti spioventi, giardini e visi immobili, quasi a costituire un’unica fonte comune di possibile aggregazione. Ma ciò che emerge prepotentemente dai suoi quadri è il silenzio, un silenzio assordante che ti permea e che senti fisicamente sulla pelle, freddo e struggente.

La pittura di Edward Hopper trasmette il senso immediato dei mille volti della realtà, della vita quotidiana di quella middle-class che fece grande gli Stati Uniti tra le due guerre. 

Nato in una piccola cittadina sul fiume Hudson da una colta famiglia borghese americana, Hopper entra nel 1900 alla New York School of Art. Tra il 1906 e il 1910 viaggia in Europa entrando in contatto con i grandi maestri dell’Impressionismo e forma il suo stile.

Il successo arriva negli anni venti, ormai quarantenne, dopo un lungo periodo di attività come illustratore pubblicitario. Nel 1937 Hopper acquista una casa a Truro (Massachusetts), nella penisola di Cape Cod, dove da allora iniziò a passare regolarmente i mesi estivi. Il paesaggio di Cape Cod, con le sue dune, case e fari, si ritrova in molti suoi dipinti, come The House on The Hill, Cape Cod Evening o Cape Cod Morning.

Nel 1933 il Museum of Modern Art di New York gli dedica la prima retrospettiva e il Whitney Museum of American Art, la seconda nel 1950. Hopper muore a 85 anni il 15 maggio 1967 nel suo studio nel centro di New York.

Annoverato tra i grandi maestri americani, Hopper è anche considerato in alcuni ambienti artistici il precursore della Pop Art.

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