Valente avvocato, apprezzato musicista, fine politico, già consigliere comunale, multiforme ex ministro dell'interno, astuto futuro segretario della lega nord ma anche condannato per oltraggio e resistenza a pubblico ufficiale, accusato di attentato contro la Costituzione e l’integrità dello Stato e indagato a Milano per finanziamento illecito.
Questo è il personaggio pubblico Roberto Maroni, detto "Bobo" che ha fantasiosamente chiamato la sua corrente "barbari sognanti" in opposizione al famoso "cerchio magico bossiano" e che passo dopo passo si sta impadronendo di tutte le leve del potere della formazione politica "Lega Nord".
Di fronte alle folle osannanti dei suoi comizi egli si presenta come paladino della secessione e dell'indipendenza padana, duro e puro, come richiede l'etica leghista. Ma sarà vero tutto ciò, è plausibile che egli, così pragmatico, coltivi ancora le istanze popolari sulla ridicola idea separatista?
Non scherziamo, non prendiamoci in giro. "Bobo" è un uomo d'apparato, un uomo dello stato centralista formatosi politicamente nei ministeri romani e abituato alla loro frequentazione. Parla il linguaggio criptico dei politici di razza e la sua attività è apprezzata trasversalmente sia dalla destra che dalla sinistra.
Ma guardiamo i fatti: da quando "Bobo" ha posto la sua candidatura alla poltrona di segretario politico estromettendo in pratica il vecchio e malato capo e cominciando ad operare di conseguenza secondo un disegno solo a lui noto è iniziato il declino del partito, un declino morale impressionante seguito da un incredibile calo di consensi. Di ciò che è stata una ideologia di massa ispiratrice del "popolo del nord" sono rimaste solo rovine fumanti.
Pura coincidenza? Non credo. Piuttosto l'esecuzione di una linea politica ben definita della quale stiamo vedendo probabilmente solo la prima parte e che porterà la lega alla sua dissoluzione riducendola a mero fenomeno di folklore locale buono per i turisti della domenica.
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