Pertanto quando ci troviamo a scegliere un politico che ci rappresenti o comunque un leader che raccolga la nostra fiducia, siamo indotti a compiere un errore di valutazione e a malriporre le nostre legittime aspettative. Infatti una falsa immagine, propagandata ad arte, tende a legittimare indubbiamente coloro che "hanno qualcosa da nascondere" ovvero quelle persone che non desiderano rendere pubblica la loro vera e autentica personalità.
Logicamente coloro che ci guidano o ci rappresentano
dovrebbero essere giudicati esclusivamente dai fatti e dalle azioni che essi compiono o che hanno compiuto nell'esercizio delle loro funzioni. Purtroppo l'abile manipolazione dei "media", televisione in primis, da essi stessi organizzata, ci induce a formulare un giudizio basato spesso non su una severa analisi fattuale della loro attività ma sulle loro sbandierate intenzioni. Intenzioni che ovviamente rappresentano il massimo delle nostre aspettative e che regolarmente saranno successivamente ampiamente disattese.
Questo meccanismo, nella nostra organizzazione sociale, viene impropriamente chiamato consenso ed è misurato tramite uno strumento statistico che si chiama "indice di gradimento".
Si crea quindi per costoro una immagine pubblica virtuale che è spesso completamente diversa della loro vera personalità ed essi impostano tutta la loro azione, il più delle volte politica, non nell'interesse di coloro che rappresentano ma solamente nell'intento di far aumentare il loro personale indice di gradimento.
Ben diversa peraltro è la statura morale di chi, prescindendo da ogni supporto mediatico e pubblicitario, seriamente si opera, spesso nell'anonimato e nel silenzio, ad una seria e compiuta attività nell'esclusivo interesse delle persone che lo hanno scelto. Ad essi deve andare la fiducia collettiva e la nostra delega.
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