21 apr 2012

ALLE ARMI ALLE ARMI

Per la cronaca e volendo anche per i posteri sono uno di quelli che ha dato 18 mesi (e non sono pochi) alla patria portando sul colletto le mostrine militari oltre che, con orgoglio, le stellette della nostra repubblica. Premettendo che non sono mai stato un cosidetto fanatico ho tuttavia svolto con soddisfazione il mio servizio nella Divisione Granatieri di Sardegna, 13° reggimento artiglieria da campagna, obici da 105/22 (Prima foto) e debbo dire che, tutto sommato, sono stati bei tempi.

Qui inserisco alcune foto di quel periodo della mia vita dove potete vedere (Seconda foto) il sottoscritto durante una esercitazione nel centro italia con tuta mimetica, elmetto in ferro e scarponi chiodati (gli anfibi non erano ancora in dotazione). Imbraccio, come arma individuale, una carabina winchester cal. 30 semiautomatica.

Nella terza foto sono invece in un momento di relax durante un pattugliamento nelle montagne dell'abruzzo. L'esercito pensò anche di fornirmi un certo bagaglio tecnico nella scuola trasmissioni di S.Giorgio a Cremano (NA) dove (Quarta foto) sono ritratto nelle camerate mentre "cazzeggio" con un moschetto 91 in mia dotazione come arma da addestramento e che avrebbe fatto miglior figura in un museo di anticaglie militari.

E infine, avrei mai potuto sfuggire alla guardia d'onore alla tomba  del milite ignoto? Giammai. Ed eccomi dunque (Quinta foto) in servizio, faticosissimo,  all'altare della patria: una intera settimana con turni di due ore di guardia e quattro di riposo alternati.

Insomma, CAR (Centro Addestramento Reclute), scuola trasmissioni, servizio reggimentale, campi estivi, esercitazioni e manovre divisionali, questo è stata - come in gergo si chiamava - la NAJA. Sempre faticosissima, tantissime marce e "signorsì", picchetti e servizi di rappresentanza,  ma anche divertente, con pantagrueliche abbuffate e incredibili bevute, tanti amici e (sigh!) poco "gentil sesso".

Mi domando se la coscrizione obbligatoria sia stata utile, positiva a no. Per quanto mi riguarda non lo so, però considerando la più assoluta inconsistenza di tante vite giovanili mentre il paese abbisogna, in tutti i campi, di energie fresche mi viene da pensare che la sua abolizione sia stato un errore improntato alla più retriva demagogia. La naja non era tempo perso, rivestiva tra l'altro una funzione formativa sotto l'aspetto civico e andava vissuta sino in fondo, bevuta, per così dire, tutta d'u fiato. C'è chi l'ha fatto e ne ha tratto forse anche dei benefici. Come il sottoscritto.

Per curiosità le armi fotografate sono:
  • Obice da 105/22 a traino meccanico. Materiale d'artiglieria statunitense, armò fra il 1950 ed il 1976 i gruppi da campagna dell'Esercito. Obice dalle ottime caratteristiche di manovrabilità era trainato da un trattore che trasportava anche la squadra di servizio e parte del munizionamento.
  • Carabina winchester M1 cal 30 semiautomatica. Una delle armi più famose della seconda guerra mondiale, della guerra di Corea e del Vietnam. Divenne l'arma da fuoco più prodotta durate la seconda guerra mondiale nella storia militare degli Stati Uniti, oltre ad essere utilizzata in numerosi altri paesi, compresa l'Italia. Fino al 2001 era ancora in dotazione all'Arma dei Carabinieri, all'Accademia Militare di Modena e alla Scuola militare "Nunziatella" di Napoli anche se destinata esclusivamente ai servizi armati di parata e di ordine pubblico.
  • Moschetto (per cavalleria) Mod. 91 TS modificato. L'arma, troppo lunga per l'uso nella cavalleria e per i bersaglieri, venne modificata e diventò decisamente più corto e leggero (910 mm e 3,16 kg) e fu chiamato ufficialmente Moschetto Mod. 91. Il moschetto aveva una baionetta, a sezione triangolare e ripiegabile, incorporata sotto la canna.Il Mod. 91 servì nella Guerra d'Abissinia, nella Prima guerra mondiale e nella Seconda guerra mondiale, oltre che in vari conflitti coloniali.
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