“Non me ne andrò finché non avrò abbassato le tasse. Sto studiando il modo, ma certo è difficile poterlo fare ora perché la situazione è delicata e non credo sia possibile intervenire.” (S. Berlusconi).
A Roma, nei teatri di avanspettacolo di antica memoria, c'era sempre qualche scalmanato spettatore che, abbondantemente entusiasmato dallo spettacolo probabilmente per via degli sculettamenti delle prosperose ballerine, quando entrava il comico di turno urlava a Squarciagola E ADESSO FACCE RIDE!
A Roma, nei teatri di avanspettacolo di antica memoria, c'era sempre qualche scalmanato spettatore che, abbondantemente entusiasmato dallo spettacolo probabilmente per via degli sculettamenti delle prosperose ballerine, quando entrava il comico di turno urlava a Squarciagola E ADESSO FACCE RIDE!
Però debbo dire che ormai la vis comica dello spettacolo Berlusconiano si è forse ormai esaurita; il discorso del predellino, i "cucù alla cancelliera tedesca Merkel, le offese di "kapò" in un austero congresso europeo, le corna nelle fotografie ufficiali, le olgettine e le maliziose serate di "burlesque" a villa Certosa, il "bunga-bunga", le cantate "strappacore" con Apicella, le stupide barzellette che non fanno ridere nessuno, sono ormai parte, come l'avanspettacolo, di una rappresentazione trita e ritrita che ha fatto il suo tempo.
Non è più possibile rinverdire quei fasti, gli spettatori si sono evoluti e pretendono a gran voce e con forza uno spettacolo ben più serio. Probabilmente, prima del discorso, qualche arguto "consigliori" avrà suggerito all'orecchio del nostro cavaliere il fatidico "E ADESSO FACCE RIDE" ma così non è stato.
Anzi. Aveva una espressione triste, tirata, quasi tragica e il suo tentativo di sorridere si risolveva pateticamente in ua sorta di ghigno. Povero cavaliere, non c'è più niente da ridere, è ben consapevole, nonostante le macchiavelliche trovate del suo strapagato stuolo di principi del foro, che i giudici l'aspettano per la resa dei conti. Ma una cosa è mancata, l'indicazione del delfino designato, del successore dinastico, la conclusione quindi della vicenda con la fatidica frase "VIENI AVANTI CRETINO !".
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