7 set 2012

MOSCHEIDE

Dio nella sua saggezza fece la mosca, e poi si dimenticò di dirci il perché.

Le mosche non mi piaccono, anzi le odio. Quella loro abitudine di svolazzare senza senso qua e la, intorno a cose e persone, di posarsi ovunque con quel loro tocco leggero mi infastidisce e sopratutto non sopporto l'insistenza, tipica della mosca nel molestare gli altri esseri. Ovunque vi siano degli escrementi, delle sostanze organiche in decomposizione, dei cibi andati a male con il naturale corredo di nauseabonde esalazioni vi sono loro, nere, ronzanti, schifose.

E' con alterni successi che conduco contro di loro una lotta senza quartiere e mi sono anche munito di armi letali di distruzione di massa quali sofisticati schiacciamosche di plastica che non perdonano (ne posseggo addirittura tre sparsi con criteri logistici in varie parti della casa) e addirittura (viva la tecnologia) una specie di racchetta da tennis che caricata di corrente elettrica da due pile alloggiate nel manico fulmina istantaneamente con un sinistro "sciack" qualsiasi insettastro volante ne venga a contatto.

Secondo una leggenda metropolitana particolarmente diffusa nel nord Italia e non basata su ricerche scientifiche, affiggere un cartello con scritto in nero a caratteri grandi il numero 58 terrebbe lontano le mosche. Tale tesi si basa sulla presupposizione che l'insetto vedrebbe nel cartello il pericolo di una ragnatela, tenendosene quindi a rispettosa distanza, ma vi siicuro che questo sistema non funziona.

Vorrei tanto possedere le capacità di quell'imperatore dell'antica Roma Domiziano, detto anche il moschicida, che riusciva ad infilzare uno ad uno questi fastidiosi ditteri con un sottilissimo stelo e, tanto per rimanere su temi storici, vi dirò che il nome di una divinità filistea adorata in epoca biblica nella città di Ekron, ovvero il dio Belzebù, significa letteralmente "Signore delle Mosche".

Io lo sento, le mosche hanno un'indole subdolamente diabolica e, se avete mai provato a fissarne una negli occhi (gli occhi della mosca sono rotondi e come un vetro rotto in mille parti ci vedono 1000 volte in più di noi), hanno uno sguardo crudele e beffardo, sembrano sfidarti a duello.

Hanno una preferenza alimentare che è il pesce fresco, principalmente quello venduto dalle bancarelle dei mercati all'aperto, sul quale atterrano in formazioni compatte depositando vari germi patogeni (dalla tubercolosi alla dissenteria), vermi intestinali e amebe. In proposito val la pena rimarcare che l'unica pescheria del mondo senza mosche „Peškarija“ è quella di Spalato,una città della Croazia, perché situata accanto ad una fonte viva di zolfo, vicino alle terme pubbliche in via Marmontova.


Purtuttavia debbo confessarvi che ho avuto un mosca, quasi addomesticata e che, onomatopeicamente sopranominata ZAX, manifestava per me una decisa preferenza. Mi seguiva ovunque, dormiva con me placidamente posizionata sulla parete della camera da letto, alle prime luci del giorno si svegliava e mi svolazzava allegramente attorno con il preciso intento di posarsi sulla mia epidermide, e cercava insistentemente di fare colazione con me. Il mio intuito mi diceva che era una mosca femmina, lasciva e ingannatrice e che non valeva la pena di continuare questa relazione. Così,maturata l' ardua decisione, l'ho spedita - requiem per una mosca - a miglior vita. Molte altre cose potrei dire sulla categoria ma, per oggi, e potete anche ringraziarmi, ve le risparmio.



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