23 mag 2012

LA QUINTA COLONNA FIORENTINA

Se c'è una cosa che mi "intriga" è quella di cercare di capire quale è il senso vero di ciò che dicono i nostri "big" politici, quale è il disdegno che si cela al di là del significato palese dei loro discorsi volto a catturare esclusivamente il consenso della gente.

E quest'opera di decrittazione riserva molte sorprese perchè spesso e volentieri ciò che viene detto ha lo scopo di coprire o di confondere ciò che in merito risulterebbe poco opportuno dire. Noi, uomini e donne di sinistra, non amiamo molto il capitalisno ed il suo diretto discendente comunemente chiamato liberismo economico anzi lo combattiamo politicamente e concettualmente  mentre altrettanto dichiaratamente fanno coloro che in italia lo rappresentano e lo praticano, cioè Berlusconi e i suoi seguaci. Siamo dunque concettualmente antagonisti, ideologicamente nemici e ci confrontiamo duramente sul terreno della politica.

Ma allora perchè in questa guerra incruenta, all'interno del PD che rappresenta la massima parte della sinistra nazionale, anzichè serrare i ranghi sento portare avanti dei discorsi che tendono solo a scardinare e a disarticolare la sua unità, a indebolire la sua struttura organizzativa, a delegittimare i suoi massimi esponenti in nome di un non meglio identificato "nuovismo" (che altro non sarebbe se non un pericolosissimo salto nel buio) invocando con termine orrendo e dispregiativo la "rottamazione" dei suoi dirigenti carichi di esperienza e di comprovata capacità?

Non è tutto questo un irresponsabile atto di chi vuole indebolire la sinistra e ciò che rappresenta?

Durante la seconda guerra mondiale venne coniato dai tedeschi il termine "quinta colonna" per indicare gruppi di traditori che aiutano il nemico, gli aderenti a una fazione politica che si oppone alla maggioranza di collaborare cioè (consapevolmente o no) con il nemico che minaccia il loro Paese. 

Anche noi abbiamo individuato la presenza di una ostile "Fünfte Kolonne", abbiamo coloro che si dicono appartenere alla nostra parte politica ma che in realtà non lo sono, abbiamo insomma chi fa il doppio gioco oramai anche abbastanza palesemente: é il convitato di Arcore, é colui che siede sul più alto scranno del trecentesco Palazzo Vecchio di Firenze.

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